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Chi pensa che nel poker conti solo la buona sorte, e che in buona sostanza si tratti unicamente di un gioco di fortuna, sta commettendo un grave errore. Ovviamente non è possibile quantificare e misurare con precisione il ruolo che la fortuna svolge nel poker, ma quel che è certo è che sono numerosi gli aspetti che sono in grado di influenzare l’esito di una partita.
D’altro canto, se si continua a perdere non si può pensare che sia colpo solo della sfortuna, mentre con tutta probabilità conviene darsi da fare per studiare in maniera più approfondita la propria strategia. Per altro, se nel mondo del poker ci sono professionisti che svolgono questo come unico lavoro e riescono ad arricchirsi, è evidente che il tutto non può dipendere unicamente dalla fortuna
Non solo buona sorte
E quindi, se non ci si può affidare alla Dea Bendata, quali sono gli ingredienti che permettono di arrivare al successo nel poker?
Prima di tutto lo studio del gioco, ma anche la passione per quel che si fa. Inoltre, non si può negare che ci sia bisogno di una buona dose di esperienza, da abbinare a caratteristiche personali come la razionalità e la capacità di mantenere la calma in situazioni in cui si potrebbe in teoria entrare in crisi.
Come dire: il talento serve, e ovviamente nessuno riesce a vincere se dalla propria parte non ha un po’ di fortuna, ma senza essere dotati di vere capacità non si va da nessuna parte. Un atteggiamento responsabile è quello di chi, dopo aver perso, non attribuisce la colpa alla sfortuna, ma è in grado di capire e riconoscere che cosa ha sbagliato.
Il breve, il medio e il lungo periodo
È ovvio che questo è un discorso che vale soprattutto sul lungo periodo, mentre la fortuna può essere una simpatica alleata, o al contrario una pericolosa nemica, sul breve periodo. In sostanza, nella singola partita non si può negare che la buona sorte sia decisiva, ma è sul lungo termine che occorre fare i conti, per esempio stilando un bilancio dopo un anno.
Che cosa si può fare per ridurre gli effetti negativi della fortuna? Di certo c’è bisogno di molta disciplina, e inoltre serve avere esperienza, se non altro per ottenere la dimestichezza necessaria per conoscere, distinguere e interpretare le diverse situazioni di gioco. Ci sono un sacco di mosse possibili nel poker, e ogni giocatore è chiamato a stabilire quale strategia intende utilizzare, tenendo conto – fra l’altro – dell’avversario che ci si trova di fronte. Ma online come si fa? Beh, anche in questo caso non ci sono scuse, ed è necessario prestare attenzione a come gli avversari giocano dall’inizio del torneo.
Per esempio, se si nota che un avversario chiama o rilancia le prime cinque mani si può ipotizzare che sia poco esperto, visto che sta giocando troppo: di conseguenza è possibile giocare contro di lui qualche mano non troppo forte.
Come trovare la strategia più efficace per giocare a Poker
D’altra parte, se ci si trova di fronte a un avversario che gioca una mano molto raramente, è facile pensare che si tratti di un giocatore solido, di fronte al quale occorre prestare la massima attenzione.
Una buona strategia può essere quella di essere selettive nelle prime mani, in modo da ridurre il numero di errori e diminuire le probabilità di andare incontro a un colpo di sfortuna. Come è facile intuire, più stretti si gioca e meno probabilità ci sono di ottenere le chip dei più pazzi, vale a dire coloro che devono essere stirati subito.
Si stima che più o meno i tre quarti delle mani che vengono giocate online siano vinte senza che si arrivi allo showdown: ciò vuol dire che il piatto viene vinto dal giocatore che rilancia o punta non mostrando la mano. ciò vuol dire che può essere una buona strategia quella che porta a mostrarsi aggressivi, e comunque che la fortuna conta meno di ciò che si vuol pensare.
Perché si chiama in causa la fortuna
È evidente che chiamare in causa la buona o la cattiva sorte è anche un modo per giustificare i propri errori: se si dà la colpa delle partite perse alla fortuna, si respinge qualunque tipo di responsabilità.
Ma è ovvio che un atteggiamento di questo tipo non può essere giusto, perché di fronte agli errori commessi occorre riflettere e studiare per evitare di compierli ancora in futuro. Non ci sono scuse, ma occorre darsi da fare e rimboccarsi le maniche.
Se si vuol diventare un giocatore vincente, è necessaria la pratica. E anche se con un po’ di fortuna si vince a poker agli inizi, questo non deve portare ad adagiarsi sugli allori ma, al contrario, deve essere una buona ragione per impegnarsi: come dire, il potenziale c’è, ma deve essere alimentato e supportato.
Studiare il poker: che cosa bisogna fare
Appurato che la fortuna in alcune partite può essere decisiva e che al tempo stesso non si può fare a meno di studiare per migliorare il proprio poker, rimane solo da capire che cosa e come si deve studiare.
Deve essere chiaro, prima di tutto, che non si studia una volta sola e poi basta. Al contrario, il processo di apprendimento deve essere prolungato nel corso del tempo, anche perché sono numerose le strategie e le risorse a cui si può fare riferimento per migliorare il proprio gioco.
È ovvio, inoltre, che chi si sta avvicinando per la prima volta al mondo del poker non si può basare sulle stesse risorse di un giocatore più esperto. Per avere successo nel poker bisogna essere propensi a migliorare: la fortuna può essere aiutata e supportata con l’esperienza, la passione e la voglia di imparare. Solo così è possibile arrivare a risultati soddisfacenti che potranno essere mantenuti nel corso del tempo.
Che cosa succede quando si perde
Ogni sconfitta a poker merita di essere analizzata, e attribuire la colpa alla sfortuna non è certo un modo per farlo.
Bisogna, invece, capire perché si gioca male e non si è in grado di vincere con regolarità. Attenzione, però, a non fare del poker una malattia o una ossessione, come se fosse un lavoro che per di più non fa guadagnare ma perdere soldi. La lezione più sincera, più dura e più importante che tutti i migliori giocatori hanno imparato dal poker è che di solito si perde perché non si è bravi.
Ecco perché non ha senso dare la colpa a qualcosa d’altro, a maggior ragione se si tratta di una realtà indefinita o addirittura inesistente come la sfortuna. Non si tratta di affermare che il caso non ha alcun ruolo, perché questo non è vero; si tratta, invece, di dare il giusto peso alla fortuna e il giusto peso alle proprie capacità, avendo la bravura e l’onestà di capire quando si sbaglia. Il bello è che la fortuna non può essere allenata, ma le skill personali sì, e questa è la lezione di libertà più piacevole che si possa sperimentare grazie al poker.
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